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Piero Medici tenta il colpo di stato

Miscellànea

Di lì a poco, nel marzo, Carlo VIII concludeva una tregua con la Spagna e gli stati italiani.

La fedeltà all’alleanza francese aveva senso solo nell’attesa di un nuovo intervento francese che portasse aiuto a Firenze, e fine all’isolamento in cui si trovava.

Intervento chiesto e previsto da Savonarola, la cui la posizione usciva quindi indebolita dalla vicenda, e ridava forza agli avversari.

Piero de’ Medici il 28 aprile tentò quindi un colpo di stato col consenso del papa, di Venezia e del Moro.
Contava anche sul malcontento popolare per il perdurare di carestia e pestilenze, e la crescente insofferenza al regime puritano instaurato dal Savonarola.

Il tentativo fallì.
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Nessuno aprì le porte a Piero che attendeva con un piccolo esercito all’esterno delle mura, ma neanche fu ordinato di suonare la campana per richiamare dall’esterno i contadini armati a difendere la città…

Si sospettava la connivenza di importanti esponenti di famiglie filo- medicee, ma con l’entrata in vigore a maggio di una nuova Signoria, questa meno favorevole della precedente al “partito” di Savonarola, le indagini furono sul momento sospese.

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1 Francesco Valori, Paolantonio Soderini, e altri seguaci di Savonarola, convinsero la Signoria a convocare una riunione d’emergenza, e presero così in ostaggio molti sostenitori medicei.

Li minacciarono fisicamente, trattenendoli con la forza. (Circa 200 secondo il Guicciardini.)

Piero Medici non avendo aiuti dall’interno, fu costretto a ripiegare verso Siena.


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Mino da Fiesole- Busto marmoreo di Piero De' Medici, Museo Nazionale del Bargello, Firenze




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