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Galilei Galileo

Toscani illustri

Nato a Pisa nel 1564, la sua famiglia si trasferisce a Firenze 10 anni più tardi.

Va a studiare (molto probabilmente) retorica, grammatica e logica, presso i monaci del Convento di Santa Maria di Vallombrosa, e entra come novizio nell'ordine.

A questo proposito vi è uno scritto nell'Archivio del monastero di Vallombrosa dell'abate del Monastero di Santa Prassede Diego Franchi, contemporaneo di Galileo, che lo cita a proposito delle persone illustri ospitate in quel luogo e dice tra l'altro

...... Il padre di lui, sotto pretesto di condurlo a Firenze per curarlo di una grave oftalmia, con trattenerlo assai, il traviò dalla religione in lontane parti ...

Infine in documenti di una causa civile per eredità, nella quale Galileo testimonia a favore di un amico, Giovambattista Ricasoli, è riportato come le parti avverse si rivolgono a Galileo nei seguenti termini :

« Galileo ... Fu frate monaco di Valombrosa, figliuolo di un maestro di sonare di liuto ».

« Galileo , sfratato, figliuolo d'un maestro di sonare..... ecc» ...

Nel 1580, per volere del padre, si iscrisse alla facoltà di medicina dell'Università di Pisa, ma non consegue nessun titolo di studio.

Nel 1584 passa agli studi matematici, e nel 1589 ottiene la cattedra in questa disciplina all'università di Pisa.

In seguito è all'università di Padova, dove resterà diciotto anni. (1592-1610)

Tornato in Toscana, nel 1612 pubblica il Discorso intorno alle cose che stanno sull'acqua, e Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari.

Il Sant'Uffizio nel Febbraio del 1616 condanna la teoria Copernicana, e le opere che la sostengono sono messe all'indice.
Galileo, chiamato a Roma, è ammonito dal cardinale Bellarmino a non diffondere o insegnare tale teoria.

Ma sarà la pubblicazione del "Dialogo dei massimi sistemi" nel 1632, la fonte di grandi tribolazioni per lo scienziato.

Pur avendo ottenuto la licenza papale nel 1628, e l'Imprimatur nel 1630 per la pubblicazione, l'opera viene sequestrata all'uscita nel Febbraio 1632, e Galileo riceve l'ingiunzione di recarsi a Roma davanti al tribunale dell'Inquisizione.

Lo scienziato cerca di guadagnare tempo, ma vi si reca infine nell'Aprile del 1633 .

Processato, è condannato al carcere e all'abiura.

..."
Io, Galileo, inginocchiato dinanzi a voi, Eminentissimi e Reverendissimi Cardinali, avendo davanti ai miei occhi i Santi Vangeli, che tocco con le mie proprie mani.....abiuro, maledico e detesto i sopraddetti errori ed eresie e generalmente ogni altro errore, eresia o setta contraria alla Santa Chiesa.
E giuro che per l'avvenire non dirò mai più ne asserirò, in voce e per iscritto, cose tali per cui si possa nutrire di me simile sospetto;ma se conoscerò alcun eretico che sia sospetto di eresia, lo denunzierò a questo Santo Uffizio, ovvero all'Inquisizione o Commissione del luogo ove mi troverò
Giuro anche e prometto di osservare interamente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno da questo Sant'Uffizio imposte; e senza contravvenire a nessuna delle mie promesse, con l'aiuto di Dio, mi sottometto alle pene e ai castighi previsti dai Sacri Canoni .
Così Dio mi aiuti e mi aiutino questi Santi Vangeli che tocco con le mie stesse mani".


La condanna prevedeva il carcere formale in Roma, poi commutato in residenza coatta nel palazzo arcivescovile di Siena, dove Galileo trascorse alcuni mesi ospite del cardinale Piccolomini.

Nel Dicembre dello stesso anno ottiene il permesso di recarsi in domicilio coatto nella sua villa di Arcetri.

Divenuto cieco nel 1637, muore ad Arcetri l'8 gennaio 1642; il progetto di una solenne sepoltura in Santa Croce fu vietato dalla Chiesa di Roma e si realizzò solo nel 1737.

Il "Dialogo dei massimi sistemi" fu cancellato dall'Indice dei libri proibiti nel 1835, Galileo riabilitato nel 1992, a conclusione di un nuovo processo ecclesiastico...

Il Dialogo - 1632

Il "Cannocchiale" di Galileo, 1609

Cardinale Bellarmino
Pio XI nel 1930
gli conferì la glorificazione
di beato, santo
e dottore della Chiesa.

Villa Il Gioiello, Arcetri
dove morì Galileo

Domenico Tintoretto, Galileo Galilei
1605 – 1606, Olio su tela, cm 66 x 53.5
Greenwich, National Maritime Museum


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