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Cinque decapitazioni

Miscellànea

Nell’ agosto intanto, con la Signoria di estrazione Savonaroliana, fu avviata la ricerca intorno al fallito colpo di stato.

Si arrivò all’arresto di un sostenitore mediceo, Lamberto dell’Antella.

Sottoposto a tortura fece i nomi di Giovanni Cambi e Giannozzo Pucci.

Da questi, sempre con la tortura, si giunse a Bernardo del Nero, che era il gonfaloniere di giustizia all’epoca dei fatti, Lorenzo Tornabuoni e Nicolò Ridolfi.

Successivamente, ma in violazione delle procedure di legge, furono giudicati colpevoli e condannati a morte per decapitazione, visto il rango, il 22 agosto.

La possibilità dell’appello venne respinta dalla Signoria.

Savonarola non ebbe niente da obiettare, e niente fece per salvare i cinque da un governo in cui la maggioranza erano suoi sostenitori.

Il comportamento non fu esemplare e la sua popolarità certamente ne risentì.

All’inizio del 1498 la Signoria continuava comunque a dare sostegno a Savonarola, intercedendo presso il cardinale Carafa e lo stesso papa, nel tentativo di ottenerne l’assoluzione.

Ma non vi furono margini di trattativa.

Firenze doveva liberarsi del frate scomunicato, ed entrare nella Lega santa se voleva riavere Pisa.


Palazzo di giustizia del Bargello, partic. del cortile, Firenze.








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