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Cosimo il Vecchio

Toscani illustri

Banchiere e uomo politico, nasce a Firenze nel 1389 da Giovanni di Bicci, mercante e banchiere, e Nannina de' Bueri.

Nel 1416 sposa Contessina De Bardi dei Conti di Vernio, che gli darà due figli, Piero il Gottoso e Giovanni.

Fu Priore delle Arti (1416-17), ambasciatore presso i Visconti ( 1420 ) e Papa Martino V, (1426-27).

Nel 1429 muore il padre ed eredita una cospicua fortuna, iniziando a prepararsi le condizioni per conquistare il potere.

Nel 1432 prende parte al Congresso di Ferrara, dove si pervenne ad un accordo nella sanguinosa guerra che opponeva il Ducato di Milano a Venezia e Firenze.

Fu anche membro del Consiglio dei Dieci e finanziò la sfortunata guerra contro Lucca. (1429-1433)

Sospettato per le sue relazioni con Francesco Sforza durante tale campagna, e accusato poi di mirare al potere dal partito oligarchico dominante, capeggiato da Rinaldo degli Albizi,fu dichiarato pericoloso per la repubblica, condannato a morte e imprigionato in Palazzo Vecchio.

Corruppe i giudici, e la pena gli fu cambiata in 10 anni d'esilio.

Vi rimase solo un anno, richiamato col favore del popolo nel 1434, dai suoi amici.

S'impadronì rapidamente del potere facendo mandare in esilio gli Albizi, e piegando gli avversari con l'arma del fisco.

Privo di scrupoli, fece vittime illustri come Palla Strozzi e Giannozzo Manetti.

Si scontrò anche col vescovo Antonino Pierozzi, allorché pretese le votazioni in modo palese, per sapere chi gli era contro e vendicarsi, mentre le leggi repubblicane prevedevano che fossero segrete.

Dopo lotte interne ed esterne Cosimo assicurò a Firenze un lungo periodo di pace, e si fece perdonare la prepotenza politica con il benessere che Firenze godette durante il suo governo.

Si adoperò anche in un intensa azione diplomatica per impedire la guerra fra i grandi stati italiani, conclusasi con la Pace di Lodi del 1454.

Principe di fatto senza esserne eletto, uomo di vasta cultura, (conosceva anche latino, francese e tedesco) contribuì in modo rilevante alla nascita dell'umanesimo, accogliendo da mecenate insigni letterati e umanisti. (Landino, Rinuccini , ecc.).

Favorì la fondazione dell'Accademia Platonica e si circondò dei maggiori artisti del tempo ( Leon Battista Alberti, Brunelleschi, Michelozzo, Donatello ,Angelico, Ghiberti,).

Alla morte, avvenuta nel 1464 nella Villa di Careggi, fu proclamato Padre della Patria.

(E' chiamato Cosimo il Vecchio per distinguerlo da Cosimo figlio di Giovanni delle Bande Nere, chiamato Cosimo il Giovane, vissuto un secolo dopo).

Medaglia con l'effige di Cosimo


Cosimo il Vecchio
Portico Uffizi
Firenze

Villa di Careggi
Firenze



























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